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EUGENIO PACCHIOLI
 
Curriculum professionale e artistico
Eugenio Pacchioli, 1941.
Maturità classica. Laurea in Chimica Industriale.

ATTIVITÀ PROFESSIONALE
In Olivetti (1968), Borsa Studio del CNR, , attività in Ricerca e Sviluppo, Disegno Industriale, Documentazione Promozionale, Marketing, Ufficio Stampa Tecnica, Corporate Communication.
Pubblicista (dal 1983).
Direttore Responsabile di pubblicazioni periodiche (Olivetti Index, Olivetti Systems & Networks, Olivetti Technical Journal).
1989-1992, partecipazione all’organizzazione di eventi internazionali Olivetti e press conference (Barcellona, Parigi, Utrecht, Roma).
Operazione di riapertura (1996) dell’Archivio Storico Olivetti e successiva inaugurazione (fine 1998). Direttore dell’Archivio e poi Segretario Generale dell’Associazione Archivio Storico Olivetti.
1999-2012, ordinamento del grande patrimonio archivistico e sua valorizzazione (ca 40 tra mostre, convegni e rassegne, ca 12 cataloghi e libri, recupero di pubblicazioni e attivazione di un bookshop, recupero di centinaia di Fondi Olivetti, 8 edizioni della “fiera della parola”)

ATTIVITÀ ARTISTICA
Eugenio Pacchioli, attivo nella pittura, nell’editoria e nell’organizzazione di eventi.
La sua attività artistica, multiforme e vasta, ha nella “carta” il supporto di eccellenza.
Lavori dal 1970 al 2012.
A partire dagli anni ’70 ha prodotto oltre 12.000 “carte” utilizzando in particolare chine, pastelli a olio, acrilici, matite grasse, monotipi, olio. Temi: l’uomo, il paesaggio, il mare, il viaggio, alcuni territori, la Bibbia, l’invenzione del paesaggio, erbari, Sìsifo, il teatro, …
Libri
Oltre 30 libri, esemplari unici, manoscritti (testi e illustrazioni). Esempi, Il Vangelo secondo San Matteo (1972), La vicenda di Antonio el Camborio (Garcia Lorca) (1976), Eughennaiòn Geographycòn Deposito (1980-85), De Bello Canepiciano (1996), Monti di Bibbia (2000).
Cicli
Oltre 20 grandi composizioni monotematiche tra cui: L'eccitazione del potere (1974), Andar per isole (1974), Moro Aldo (1978), Il deserto di Abelcain (1980), l’ulivo sul Pequod (2004), il Cantico dei Cantici (2011).
Appunti di viaggio
Migliaia di disegni realizzati durante numerosi viaggi nei vari continenti. Composizioni testo-grafica (su carta 100 x 70).
Vignettistica
Centinaia di vignette (politica, società), pubblicate su "Il Risveglio Popolare" e “il Piffero”. Libro di vignette, Da Ivrea a Banchette passando per New York (1987).
Stampe
Oltre 50 litografie su aspetti della storia, della tradizione, del territorio eporediese o su ambienti di invenzione: Itaca quasi Ivrea (1991), Der Uberfall auf Ivrea (1992), Ivrea (la storia) (1993), Carnevale di Ivrea (1996), Via Francigena (1999) …
Altri lavori
Pubblicità, illustrazioni editoria, murali, manifesti e locandine, logo, cartoline.
Mostre
Torino, Ivrea, Città S.Angelo, Portovenere, Buenos Aires, Milano, Lugano, Genova, Imperia, Belgioioso, Palermo, Como, Monza, Montalto.
Carri Carnevale Ivrea
2004-12, 8 edizioni del Carro 25 (Imperatori) (oltre 20 mq di pannelli/edizione) e relative performance.
Divina Commedia:
Performance con Oreste Valente: 2004, Teatro de la Matanza (Buenos Aires); 2005, Castello di Lerici, Fortezza del Mare alla Palmaria; 2006, Auditorium Centro San Michele, Fidenza, Castello di Portovenere, Università di Urbino, Convento Le Grazie, Portovenere, Officina Marco Polo, Milano; 2008, Teatro Strehler, Portofino.
Teatro
2004, cos’hanno i briganti più di noi? azione scenica con il Mulino di Amleto (Festival Teatro di PortoVenere); 2005, Alvaro d’Aspromonte e performance Divina Commedia, con Oreste Valente (Teatro Coliseo, Buenos Aires).
Scenografia-performance
2006, l’uccello di legno di Sonia Antinori (Teatro Nuovo, Repubblica SanMarino); Stabat Mater (Abbazia di S.Urbano, Apiro) con Lucia Mascino e Viviana Salvati; 2007, 12 testi letteratura di viaggio con Oliviero Corbetta e Pamela Guglielmetti (Auditorium Mozart, Ivrea); 2009, la Sinfonia della Città contro l’assalto dei burattini (Montalto Dora).
Scenografie
2005, Matakiterangi (Festival di Benevento), Inchiesta assurda su Cardano (Montalto Dora).
Pubblicazioni
Paesaggi spaesati (2003), Profili spaesati (2004), Pensieri spaesati (2005), Geografie spaesate (2006), Cammini spaesati (2007), Momenti spaesati (2008), Fantasie spaesate (2009), Soluzioni spaesate (2010), Tracce spaesate (2011).

COMMENTI SULLA PITTURA DI EUGENIO PACCHIOLI

Eugenio Pacchioli, per il quale la pittura è un mezzo di comunicazione, un linguaggio vero e proprio, palese o criptografico, con segni, suoni, grammatica, sintassi, poetica, estetica.... (Maurizio Corgnati)
Il suo percorso culturale è disseminato di pietre miliari che si chiamano Dalì, Rouault, Dufy e sopratutto Klee (di quest'ultimo sovente ripropone la grafia nitida come un cristallo, e tuttavia piena di riverberi romantici), nè mancano gli accenni ai favolosi fogli del Durer o i richiami ad una pittura ancor più remota nel tempo, risalente ai codici miniati del trecento, in cui l'apparato decorativo è così mirabilmente equilibrato con la calligrafia da farne una cosa unica e inscindibile. (Elio Magaton)
Chi si accosta all'arte di Eugenio Pacchioli incontra non poche difficoltà a conservare l'animo sgombro da quelle sottili lusinghe che il tratto vigoroso eppur elegante dei suoi grafemi evoca suscitando raffinatissime atmosfere barocche; quando addirittura la memoria non corre a riscoprire un angiolo del sec.XV o l'evanescenza di cifre più arcaiche.
E tuttavia il grumo più vero del suo modo di "raccontar dipingendo" non è certo nell'innegabile capacità espressiva del segno, che è tanta e tale da lasciare perfino sconcertato chi considera che a imprimere quel segno è un contemporaneo, uomo del suo tempo, "moderno" finanche nel suo impegno professionale.
Così per discernere a pieno ed al tutto comprendere la pittura del Pacchioli occorre trascurare (per quanto si riesce!) la smagata ed intrigante malia della traccia grafica ed entrare nella sostanza del suo racconto, quasi a ripetere il percorso inverso che l'artista solca nella memoria collettiva di una gente o di un luogo per trarre temi e motivi d'ispirazione. Emerge allora quella ricerca severa e rigoroso che attinge forza da eventi e si traduce nella affabulazione iconica di un personalissimo codice miniato. (Massimo D'Arpizio)


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